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Ortofrutta, pescheria, macelleria: sacchetti a pagamento dal 01 gennaio 2018

Ortofrutta, pescheria, macelleria: sacchetti a pagamento dal 01 gennaio 2018

 

Ortofrutta, pescheria, macelleria:
sacchetti a pagamento dal 01 gennaio 2018

Nelle scorse settimane è stata approvata una legge che modifica i requisiti dei sacchetti leggeri fino ad oggi utilizzati nei reparti dei supermercati. Dal primo gennaio 2018, dovranno essere sostituiti con buste biodegradabili e non sarà più possibile cederli gratuitamente.

Sacchetti a pagamento: quali?

sacchetti a pagamento nei supermercati

Tutti i prodotti acquistati al banco nei supermercati, ad esempio nel reparto macelleria, pescheria ed ortofrutta, sono prelevati direttamente dal cliente o ricevuti dal banconista avvolti in un sacchetto di plastica.
Da gennaio 2018 queste buste dovranno rispettare dei precisi standard, e saranno quindi biodegradabili, compostabili, composte dal 40% di materia proveniente da fonti rinnovabili (quota che salirà al 60% nel 2021).
Tutti dovranno rispettare lo standard internazionale UNI EN 13432 e per questo motivo necessiteranno di una certificazione da parte di enti accreditati.
Oltre a questo, dove necessario, le buste dovranno essere dichiarate idonee al contatto con gli alimenti.

La norma, però, prevede che questi sacchetti dovranno essere ceduti solo a pagamento, come già avviene per le shopper che si trovano in cassa.
Non sono state fornite motivazioni a supporto di quest’ultimo aspetto, e ci sono quindi dei malumori tra i consumatori: le nuove buste dovrebbero costare ai supermercati circa 2 centesimi al pezzo, il prezzo al cliente finale non è ancora certo.

Sacchetti a pagamento: ci sono alternative?

La prima soluzione che viene in mente è quella di utilizzare buste e sacchetti portati direttamente dal cliente.
Questa ipotesi, però, presenta alcuni problemi: sacchetti in carta come quelli utilizzati per il pane, o shopper biodegradabili, non sono trasparenti. Il controllo sulla tipologia di prodotti acquistati diventerebbe quindi difficile, se non impossibile, per l’operatore in cassa. Inoltre, utilizzare buste di materiali e grandezze differenti dal tipo standard offerto nel supermercato, rappresenta un problema in termini di taratura da usare per la pesata.

Un’ altra opzione potrebbe essere quella di ridurre il numero di sacchetti a pagamento utilizzati, inserendo prodotti diversi nella stessa busta. Per fare questo, dovremmo però eseguire pesate separate per ottenere i giusti scontrini per ciascun prodotto, ad esempio melanzane e pomodori.

In alcuni casi, inoltre, si potrebbe apporre lo scontrino direttamente sul prodotto: pensiamo ad esempio ad un melone o ad una noce di cocco.
Questa soluzione, però, potrebbe essere adatta solo a prodotti che vanno consumati eliminando la buccia e che hanno delle dimensioni sufficienti per lo scontrino.

In ogni caso, i supermercati saranno chiamati a definire un proprio regolamento in merito, ed i consumatori dovranno quindi attenersi a quello.

UTILITA’:

Comunicato Assobioplastiche

 

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