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Tag: food

Il Responsabile Tecnico nelle attività di panificazione

Il Responsabile Tecnico nelle attività di panificazione

 

Chi è il Responsabile Tecnico dell’attività di panificazione e da dove deriva la figura?

Il Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo ed il Ministero della salute, nel 2018 ha emanato il Regolamento recante disciplina della denominazione di «panificio», di «pane fresco» e dell’adozione della dicitura «pane conservato».
Di conseguenza la Regione Marche nel 2019 ha deliberato con la LR 17 del 27 giugno le caratteristiche riguardanti il Responsabile Tecnico dell’attività di panificazione.

Questa figura è la persona che sovrintende e coordina la produzione del pane in tutte le sue fasi, verifica il corretto approvvigionamento garantendo l’utilizzo di materie prime in conformità alle norme vigenti, monitora i processi di realizzazione dei prodotti dalla preparazione degli impasti alla cottura all’eventuale conservazione a basse temperature sia di semilavorati che di prodotti finiti in osservanza delle norme igienico-sanitarie e di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per svolgere la propria funzione deve possedere una buona esperienza nella preparazione e lavorazione del pane e dei prodotti da forno, dispone di un’adeguata conoscenza della gastronomia nazionale (prodotti e ricette) e dei prodotti tipici delle tradizioni locali.

Ogni laboratorio che produce pane e prodotti da forno deve individuare il suo Responsabile Tecnico, che quindi sarà presente tanto nelle attività artigianali quanto in quelle industriale, oltre che nei reparti forno della GDO.

Requisiti professionali e formazione del Responsabile

Per poter ricoprire questo ruolo, sono previste tre diverse strade:

  1. frequentare un apposito corso, della durata di 120 ore + esame finale di 8 ore, organizzato esclusivamente da Enti di formazione accreditati e con approvazione della Regione. Questo corso prevede almeno 48 ore di pratica da svolgere in affiancamento all’interno di un panificio.
  2. sostenere solo l’esame finale per coloro che svolgono attività di panificazione da almeno tre anni.
  3. ottenere la “Dichiarazione di esenzione” dall’Ufficio regionale competente per coloro che possiedono un titolo di qualifica come “operatore di panetteria” o equivalente e che lavora regolarmente come panificatore da almeno due anni.

A prescindere dal percorso di qualifica iniziale per l’ottenimento dei requisiti, ogni Responsabile deve poi aggiornare le proprie competenze frequentando seminari, workshop o corsi inerenti l’argomento, per una durata di 8 ore ogni 5 anni.

ALLEGATI UTILI

 

 

Ristorazione post virus COVID-19: sfida e opportunità

Ristorazione post virus COVID-19: sfida e opportunità

 

Il 2020 ha proposto uno scenario impensabile ed imprevedibile, che ci ha coinvolto (e ci coinvolgerà) tutti sia nel privato, che nel sociale, che sul lavoro.

Tra i settori più colpiti da questa emergenza terribile c’è proprio la ristorazione, una delle anime della nostra economia nazionale e ritenuto tradizionalmente “incrollabile”. L’emergenza contagio e le contromisure adottate hanno messo tutti gli operatori del settore di fronte ad uno stallo imprevedibile.

RISTORAZIONE POST VIRUS: LE CRITICITA’

  • Oltre al blocco totale di queste settimane, è probabile che le misure preventive rimarranno in vigore per un periodo medio-lungo. Inoltre alcune di esse entreranno a far parte delle abitudini da adottare in modo permanente.
  • La situazione attuale lascerà un segno in molte persone. I consumatori quindi, probabilmente saranno cauti e diffidenti nei confronti degli ambienti affollati, almeno per un certo periodo.
  • Lo smart working adottato da tante aziende per necessità, verrà integrato sempre più tra le normali prassi lavorative. Questo determinerà un minor numero di lavoratori che si allontanano da casa e consumano il pasto nei pressi della sede lavorativa.
  • I meeting e le conferenze online prenderanno sempre più piede, portando ad una diminuzione della clientela business.

RISTORAZIONE POST VIRUS: LE OPPORTUNITA’

  • Sulla base delle premesse nel punto precedente, sicuramente il servizio di consegna a domicilio diventa un’opzione da non sottovalutare. Tralasciando il fatto che è l’unica possibilità per rimanere attivamente sul mercato in queste settimane, il servizio delivery viene apprezzato da un numero di consumatori sempre crescente.
    Occorre però ricordare che questa soluzione non si adatta con la stessa facilità a tutti i tipi di cucina. Richiede poi una serie di accortezze tecniche come la predisposizione di un apposito menù, la pianificazione delle tempistiche tra la fase di ordine e quella di consegna, l’inclusione di controlli aggiuntivi per garantire la sicurezza dei prodotti in fase di trasporto, ecc.
    Riconvertirsi completamente o integrare le consegne al servizio in sala non è un’impresa semplice, e per molte attività potrebbe non essere una strada percorribile. 
  • E’ probabile che questa situazione porti ad una spinta verso il salutare e sostenibile. La rapida diffusione nel mondo del virus è figlia della globalizzazione e della vita moderna. Inoltre abbiamo tutti riflettuto sugli impatti ambientali positivi derivati dal lockdown. La spinta green era già presente, ma pasti gustosi e salutari, che parlano del territorio e di una vita più “lenta” e “naturale” potrebbero essere premiati sempre di più dal consumatore.
  • Sulla stessa scia un trend positivo dovrebbe esserci per le attività di ristorazione non classiche.
    Agriturismi, country house e home restaurant possono coniugare la buona cucina con un ambiente accogliente ma non affollato.

Ovviamente, questo non significa che le attività di ristorazione classiche sono destinate a sparire: tutti abbiamo voglia di normalità.
Una volta finita la quarantena il desiderio di uscire si tradurrà sicuramente anche in aperitivi, pranzi e cene fuori, sebbene con prudenza.

I locali che già da prima lavoravano bene si riprenderanno abbastanza bene fin da subito con ogni probabilità. Il problema riguarderà sopratutto chi lavora prevalentemente con i turisti, dato che difficilmente la stagione estiva 2020 avrà il numero di presenze previsto tanto nelle città quanto nelle località di mare o montagna.

PER CONCLUDERE

Questo periodo di sospensione forzata deve essere vissuto come occasione di analisi e valutazione per il futuro.
Molte attività che già faticavano prima dell’emergenza hanno la possibilità di mettersi in discussione e pianificare un rilancio.
Rivedere l’organizzazione interna, snellire la gestione, valutare attentamente il bisogno di risorse umane, fare un restyling dell’offerta e studiare nuove strategie di comunicazione con la clientela.
Inoltre, certamente si apriranno delle possibilità di accesso a credito e liquidità per investire sulla propria attività tramite bandi ed altri percorsi.

Sicuramente l’emergenza Coronavirus porterà alla luce le qualità dei veri imprenditori, sia del settore food che di tutte le attività di supporto e consulenza che dovranno affiancarli nel futuro, perchè in momenti come questi c’è bisogno di risultati e non solo di promesse.

Dimagrire oggi è più difficile che in passato?

Dimagrire oggi è più difficile che in passato?

 

Dimagrire oggi è più difficile che in passato?

A chi non è capitato almeno una volta di pensare che gli sforzi fatti per dimagrire o restare in forma non producano i risultati sperati?
Sappiamo bene che in molti casi questa idea è dovuta ad una serie di comportamenti sbagliati che involontariamente assumiamo. Scelte sbagliate nell’attività fisica e difficoltà nel calcolare le porzioni sono infatti i pericoli più comuni e documentati.

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Mangiare sicuro all’aria aperta

Mangiare sicuro all’aria aperta

 

mangiare all'aperto: pic nic

Con l’arrivo della bella stagione si moltiplicano le occasioni per mangiare all’aria aperta, organizzando pic-nic o grigliate.
Per evitare che queste belle occasioni si trasformino in spiacevoli ricordi, è bene non dimenticare mai le buone regole per garantire la sicurezza degli alimenti trasportati, preparati e consumati all’aperto.
Le chiavi per la nostra sicurezza in questo caso sono la corretta temperatura di conservazione, la corretta separazione degli alimenti non compatibili e la corretta cottura.

TEMPERATURE DI CONSERVAZIONE E TRASPORTO DEI CIBI:

  • tutti gli ingredienti (carne cruda, latticini, affettati…) e gli alimenti pronti deperibili (sandwich e tramezzini, insalate di riso, macedonie di frutta…) vanno trasportati in contenitori chiusi e puliti, all’interno di borse termiche con siberini (mattonelle ghiacciate).
  • preparare, quando possibile, gli alimenti già pronti in porzioni per evitare di manipolarli più del dovuto all’aperto.

CORRETTA SEPARAZIONE DEGLI ALIMENTI:

  • ridurre il più possibile il tempo che trascorre dalla preparazione dei cibi al loro consumo.
  • prestare attenzione agli utensili ed alle stoviglie per evitare le contaminazioni crociate: ad esempio, è bene usare forchettoni e coltelli diversi per la carne da cuocere e per quella già cotta, così come bisogna evitare di rimettere le porzioni già cotte (verdure, carne, salsicce ecc) nello stesso vassoio o contenitore che abbiamo usato per contenerle prima della cottura.

CORRETTA COTTURA DEGLI ALIMENTI:

  • assicurarsi che la cottura sia completa ed omogenea in tutto lo spessore dell’alimento, specialmente per prodotti come hamburger, polpette, salsicce, spiedini, carne bianca e carne di maiale. Usando il barbecue infatti c’è il rischio che gli alimenti voluminosi si carbonizzino in superficie e restino invece crudi all’interno: questo rappresenta un doppio rischio per la salute, perchè la materia carbonizzata contiene sostanze nocive (ed andrebbe quindi eliminata), mentre l’interno non ben cotto permette la sopravvivenza dei batteri, e quindi possibili casi di infezione o intossicazione alimentare.mangiare all'aperto: grigliata

Oltre a questi accorgimenti, una volta finito di mangiare è necessario ricordarsi di rimettere nella borsa frigo gli alimenti non consumati senza farli rimanere a lungo a temperatura ambiente, in modo da evitare lo sviluppo dei microrganismi, di fare attenzione alla pulizia delle griglie dai residui delle precedenti cotture, di utilizzare per il fuoco di cottura solamente carbonella o legna secca (non verniciata, o trattata con impregnante).

Infine il gesto più semplice (e forse più importante), da ricordare anche e soprattutto quando siamo fuori di casa:
laviamoci sempre le mani prima di maneggiare gli alimenti, quando passiamo dal lavorare alimenti crudi a quelli cotti, dopo aver usato i servizi igienici o utilizzato il nostro smartphone (magari proprio per fotografare la grigliata!).

Anisakis, il parassita del pesce crudo

Anisakis, il parassita del pesce crudo

 

Attenti al verme del pesce crudo

Tutti i parassiti, in natura, passano attraverso diverse fasi e stadi di sviluppo all’interno di organismi diversi, detti “ospiti intermedi”. L’ultimo stadio avviene in quello che si chiama “ospite definitivo”, in cui il parassita raggiungere l’età adulta, si moltiplica e diffonde nuovi esemplari che seguiranno lo stesso ciclo.

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